MONOPOLI – In questa settimana è toccato all’allenatore dei nostri Giovanissimi Regionali rispondere alle nostre domande riguardanti il settore giovanile. Ecco l’intera intervista a mister Elio Cocco.
Quali sono gli obiettivi della sua squadra per questa stagione?
“La squadra sta partecipando al campionato regionale giovanissimi con ragazzi di 1 o 2 anni sotto età al fine di preparare un gruppo che l’anno prossimo possa partecipare al campionato nazionale under 15. Cercando di far fare più esperienze possibili ai ragazzini”.
Qual è il compito più difficile per un allenatore di una squadra di ragazzini?
“E’ un compito abbastanza difficile ma altrettanto piacevole. Tra i tanti ne pongo due in risalto: primo inculcare nei ragazzi la mentalità di una società professionistica, allenamenti e comportamenti senza tralasciare la voglia di giocare divertendosi e studiare, perché dobbiamo formare ragazzi di sani principi che sappiano giocare a calcio; problema non secondario le aspettative dei genitori dei ragazzi che giocano a calcio in qualsiasi società e di qualunque età e le loro aspettative sui propri figli che considerano già calciatori tralasciando di far fare loro le giuste esperienze positive o negative che siano”.
Secondo il suo parere di cosa ha bisogno un settore giovanile in Italia oggi per essere completo e funzionale?
“Sembra ormai scontato dire i campi di allenamento. Aggiungerei allenatori che si dedicano esclusivamente sulla formazione calcistica di ragazzi e una federazione che tenga in giusto risalto con iniziative regionali e nazionali il settore giovanile delle società professionistiche”.
Considerando il recente momento della nazionale italiana, che tipo di rinnovamento prevede per il futuro? E cosa serve secondo lei per migliorare?
“Ho appena visto ieri in tv una partita di primavera tra l’Inter e il Manchester City. Una differenza abissale tra la squadra italiana e quella inglese che ha cercato il risultato attraverso la tecnica individuale, il dribbling e il bel gioco mentre l’italiana ha cercato il risultato attraverso la tattica, la forza e la prestanza fisica contro ragazzi di età inferiore. Non è bastato e tutto ciò si amplierà in senso negativo quando andremo a rincontrare con la nazionale o con squadre di club gli stessi ragazzi tra qualche anno. Su questo dobbiamo migliorare. Il risultato sì, ma come conseguenza del bel gioco”.